Le ragazze di Trieste cantavano tutte con ardore: “Oh Italia, oh Italia del mio cuore…” e sul campanile di San Giusto vedevano “a festa il vessillo tricolor…”. Oggi le cose sono diverse, non sono cambiate, hanno subìto una mutazione che spesso è difficile comprendere. Le significative ricorrenze di eventi storici finiscono con l’alimentare polemiche, finiscono con il rinverdire rancori mai cancellati, riaprono ferite che sembravano cicatrizzate. La parola “Italia” suscita sentimenti contrastanti, la politica (o chi ha governato politica e italiani) ha provocato (e continua a provocare) frammentazioni che, al momento, appaiono insanabili, accresciuta l’incompatibilità delle “diversità” etniche, problemi eguali e contemporaneamente contrapposti da un capo all’altro del Paese, il Tricolore resta ancora una bandiera-simbolo?
Il Tricolore bandiera-simbolo che il governatore della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Komptascher, non intende esporre negli edifici pubblici oggi 24 maggio, ritenendo un errore ricordare il centenario dell’Italia nella Grande Guerra: “Avremmo volentieri seguito l’eventuale invito della presidenza del Consiglio dei ministri a mettere le bandiere a mezz’asta”, ha commentato il governatore. Ma è stato fatto notare (Tgcom) che in Alto Adige l’ordine di esporre il tricolore ha destato indignazione soprattutto da parte degli Schützen, che hanno diramato una dura nota, nella quale si spiega che mentre il resto d’Europa commemora i morti della grande guerra, l’Italia festeggia così non solo la conquista del Tirolo ma anche la morte di mezzo milione di soldati italiani.
Regione che vai, regione che trovi dove il Tricolore se non è dimenticato ha perso il suo “orgoglio”. In Sicilia, a Catania si è perduto anche il pudore, altroché l’orgoglio: ci vogliono i marines di Sigonella per ripulire i giardinetti di una scuola, come se l’amministrazione comunale, o la stessa scuola, non avessero a loro disposizione i necessari pulizieri o operatori del settore. Non è la prima volta (ci segnala un nostro lettore) che questo tipo di “evento” si verifica nel capoluogo etneo: quando accadono queste “pulizie straordinarie” vengono pubblicizzate in pompa magna dal quotidiano locale. Il nostro lettore ci ha inviato anche la foto dell’ultimo “evento” che ha riguardato la scuola Parini: a “ripulire” i giardinetti quindici marines del reparto logistico Navsup di Sigonella, “coadiuvati” da tre operatori del Servizio Giardini Pubblici del Comune, coordinati da un’impiegata comunale, da diversi genitori di alunni e dai volontari di un’associazione locale. L’evento è stato riportato come un bellissimo esempio di cooperazione dei cittadini catanesi con i militari dell’agguerrita installazione della Naval Air Station degli Stati Uniti d’America. Non è cosa da poco (a voler riflettere) un “accadimento” simile che sta diventando rituale a livello temporale. Se è questo che significa l’integrazione USA-Sicilia c’è da andarne fieri: consiglieremmo il sindaco Enzo Bianco di esporre sul balcone principale del Municipio la bandiera a stelle e strisce, nella speranza che su quella bandiera possa aggiungersi un’altra stella (la quarantanovesima) a rappresentare la Sicilia. Continuando a pulire giardini, giardinetti, piazze e strade, forse i marines made in Usa potrebbero spazzare via anche qualcos’altro. Oppure potrebbero fare più spazio per installare nuovi MUOS, o fare più spazio per nuovi droni Global Hawks o quant’altro materiale bellico possa servire per le prossime (imminenti?) guerre…
Infine dovremmo consigliare il governatore Crocetta a porre il Tricolore, unitamente alla bandiera della Regione Siciliana, a mezz’asta per ricordare la sovranità perduta.